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Leggendo il Vangelo secondo Giovanni - IIª Parte -

Programma degli incontri

Mercoledì 25 Novembre 2015
Il prologo narrativo: la testimonianza Giovanni il Battezzatore - Gv 1, 19-51

Mercoledì 16 Dicembre 2015
Il disordine nel tempio e il mio disordine/ordine interiore - Gv 2, 13-25

Mercoledì 27 Gennaio 2016
Le resistenze di un intellettuale: Nicodemo incontra Gesù di notte - Gv 3, 1-21

Mercoledì 17 Febbraio 2016
Gesù e la donna samaritana - Gv 4, 1-44

Mercoledì 2 Marzo 2016
Rimasero in due: La misera e la misericordia - Gv 8, 1-11

Mercoledì 16 Marzo 2016
Il compimento dell'opera di Gesù - Gv 19, 17-37

Gli incontri si svolgeranno il mercoledì sera dalle ore 20.30 alle ore 21.45 nella sala "Teatro"


Per favorire la partecipazione, durante gli incontri viene offerto un servizio di babysitter, con accoglienza dalle ore 20.15, nelle salette adiacenti.
L'iscrizione deve essere consegnata al più presto a Don Cesare o inviata, via email, ad uno dei seguenti indirizzi:
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Eventualmente, l'iscrizione può anche essere anticipata telefonicamente ad Adriano o Vanna, ai numeri 030.803039 o 338.2570919, ricordandosi sempre di segnalare l'eventuale presenza dei figli affinché possa essere organizzato nel miglior modo possibile il servizio di animazione.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a Don Cesare.
È gradita una piccola offerta come compartecipazione delle spese sostenuteper il materiale.

È noto, ma lo ricordo ugualmente. C’è una espressione francese omologa al nostro verbo ‘conoscere’ e al suo sostantivo ‘conoscenza’: è connaître e rispettivamente connaissance.

Conoscere è in altri termini un con-nascere, nascere una seconda volta: rinasco quando riconosco e accolgo la verità che viene da fuori e che mi dà da vivere. La conoscenza dunque come forma di un parto, di un concepimento: nasce qualcosa tra me e gli altri con cui sono in relazione, tra me e ciò che penso, leggo, medito; viene alla luce qualcosa di nuovo, viene alla luce un mondo, viene alla luce una identità, vengo alla luce ‘io’. Inoltre un verso del poeta toscano Giuseppe Giusti: «il fare un libro è men che niente se il fare un libro non rifà la gente». Altra perfetta declinazione spirituale dell’esperienza del conoscere e del sapere come ‘seconda nascita’, quella di cui parla anche Gesù nel dialogo con Nicodemo (Gv 3,1ss). Vien da pensare e sospettare che la crisi dell’Occidente sia, in tal senso, una crisi caratterizzata soprattutto da questo: la ‘mancanza di spirito’ o l’assenza di connaissance.

Origene, scrittore di Alessandria d'Egitto del III° secolo, uno dei primi e migliori commentatori di San Giovanni, ha così definito il lettore ideale di questo vangelo: "Nessuno può comprendere il senso del vangelo di Giovanni se non si è chinato sul petto di Gesù e non ha ricevuto da Gesù, Maria come madre".

Questo quarto vangelo, dal linguaggio misterioso e meno familiare degli altri tre, era il meno letto degli altri nella Chiesa primitiva, ma è la via migliore per andare fino in fondo alla domanda posta negli altri vangeli: Qual'è la vera identità di Gesù?

Il quarto è costruito con arte, secondo una struttura precisa. Il filo che percorre l'intera narrazione consiste nel progressivo svelarsi di Gesù e, quindi, nel progressivo manifestarsi della fede e dell'incredulità. In ogni episodio c'è Cristo che si rivela, di fronte alla sua manifestazione, gli uomini sono costretti a compromettersi: o la fede o l'incredulità.

Gli episodi sono poi disposti uno dopo l'altro in modo da formare un crescendo: il Cristo rivela sempre più chiaramente il suo mistero, e gli uomini rivelano sempre più chiaramente il suo mistero, e gli uomini rivelano sempre più chiaramente il suo mistero, e gli uomini rivelano sempre più chiaramente la loro incredulità. La drammaticità del racconto si fa ancora più evidente se si tiene presente che per l'evangelista il decidersi ora, nella propria vita personale, a favore o contro Cristo è l'anticipo del giudizio finale.

Bisogna scegliere, ora, tra la luce e le tenebre, tra la fede e l'incredulità, tra l'amore e l'indifferenza, tra la morte e la vita.

Occorre un'anima contemplativa per gustare il Vangelo di San Giovanni, appena il lettore comincerà a leggere questo Vangelo con calma e con attenzione, ne resterà soggiogato. Se lo
porterà sempre con se, fino alla tomba.

Il Don

don Alberto Cinghia