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Giovedì santo 2016.

Perché Gesù ha lavato proprio i piedi?

Il primo riferimento è al contatto tra il piede di Eva e il serpente nel libro della Genesi: “questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”,

sembra che ci sia un’originaria ferita nei piedi.

Basti pensare al “tallone di Achille”.

 

I piedi sono l’ultima parte del corpo che,

a partire dalla nascita, toccano la terra;

 sono quella parte di noi che ci mette in contatto con la terra: “stai con i piedi a terra”, diciamo.

 

Il significato dei piedi richiama le radici di una persona, la sua storia,

 il suo radicamento, ciò che dice la sua identità, e attinge da un passato per maturare nel tempo.

Anche il gesto di puntare i piedi esprime una posizione ferma, un’identità forte, un’arrabbiatura, un’ostinazione,

un affondare le radici in vista di una maggiore stabilità.

I piedi rappresentano l’atteggiamento della fiducia. Il verbo ebraico “amman” che indica l’avere fede (da cui deriva la parola Amen) descrive il senso di una stabilità, di un Dio che è roccia consistente, sostegno sicuro, luogo dove posso appoggiare con sicurezza i piedi.

 

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 Immaginando l’esperienza contraria facciamo riferimento a dei piedi che vacillano, a un terreno instabile, alla sabbia invece che alla roccia, come appunto nella parabola evangelica.

 

 Il gesto di “gettarsi ai piedi” rappresenta una fiducia totale della persona che si ha davanti, fino ad una sottomissione al suo volere, un abbandono fiducioso, appunto, ricordiamo la Maddalena al mattino di Pasqua nel giardino.

 

“Tagliare un piede”, significa nel vangelo, cambiare in modo radicale un comportamento, rappresenta una svolta enorme per una persona.

 

Osservare i piedi di una persona ci aiuta a conoscere molto di lei: le sue radici, il cammino, la storia.

Il gesto di lavare i piedi è allora molto eloquente: Gesù alla fine della sua vita compie questo gesto che richiama un sapore... quello dell’ amare perché si conosce... E tocca il midollo della vita dei suoi discepoli;

 sono i piedi che hanno camminato con i suoi piedi quelli degli apostoli e che cammineranno poi per annunciare il Vangelo in tutto il mondo .

 

Sono piedi liberi quelli dei discepoli del Signore, tanto che devono essere liberati dalla polvere qualora l’annuncio del Vangelo incontrasse un rifiuto. È bello ricordare il profeta Isaia al capitolo 52 “come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunci, che annuncia la pace”

 

 E così come non ricordare la storia dei piedi di Gesù che poco prima sono stati   bagnati e lavati dalle lacrime di una donna, Un’altra volta… cosparsi di profumo prezioso sempre per le mani di una donna. E infine inchiodati sulla croce dalle mani di alcuni uomini e saranno riscoperti, segnati dalla ferita gloriosa, nel mattino di Pasqua da Maria Maddalena.

 

 I gesti che coinvolgono i piedi di Gesù dicono la fiducia e il suo cammino;

 

 da una parte l’abbandono incondizionato alla volontà del Padre, dall’altra la volontà di fermarlo in mezzo a noi.

 

Gesù lava i piedi e invita compiere lo stesso suo gesto reciprocamente.

 

 Credere in Gesù Cristo significa camminare nella vita radicati, fiduciosi in colui che ha lavato i nostri piedi, ha guarito le nostre radici, E’ lui la roccia che ci dona stabilità e siamo chiamati ad essere così per gli altri:

 

 persone che rimettono altre persone in cammino nella fiducia, nel servizio, nell’amore.

 

 Penso sia molto significativo leggere da un punto di vista sintetico i gesti di Gesù presi nella loro concretezza ma anche visti in una dinamica che esprime tutto il senso del dono della sua vita:

alzarsi- incarnazione

Deporre le vesti- passione

 prendere un asciugamano e cingerselo- morte

Versare l’acqua e lavare i piedi- discesa agli inferi

Asciugare- risurrezione.

C’è già tutta la Pasqua in questo gesto...

 

Ritroviamo all’inizio e alla fine del compimento dell’amore: l’acqua di misericordia. Dal cuore trafitto di Gesù esce sangue ed acqua cioè solo bene, solo amore, solo Spirito.

L’acqua dello Spirito dell’amore è il tutto che il Padre dona al Figlio che in tutta la sua vita lava dai piedi alla testa gli uomini che incontra a partire dei suoi amici.

 

Anzi Gesù che lava i piedi degli apostoli è il buon samaritano nel racconto secondo Giovanni...dove Gesù è colui che si prende cura dei suoi amici per i quali dona la sua vita.

 

Servizio è allora fratello gemello di misericordia.

Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa essere misericordiosi.

Concludo pensando per un istante ai piedi di Pietro.

Giovanni nota la reazione dell’apostolo, il breve dialogo è suggestivo: Pietro vuole ancora un messia liberatore, un messia politico; Gesù gli dice che lasciarsi lavare i piedi è la condizione per avere parte con lui, per essere suo discepolo.

 

 

In questo giorno di Giovedì santo si fa riferimento al ministero ordinato dei diaconi, dei presbiteri e dei vescovi.

Fu il Papa Paolo VI soprattutto ad insistere su questo legame e volle riportare al centro del giovedì santo questa memoria.

 

È bello ricordare Don Luca, Don Stefano i loro compagni, e tutti i sacerdoti che ci hanno amato, servito, lavato i piedi, ci hanno  insegnato ad amare il Signore/fratelli...

 

 ...e anche tutti i sacerdoti che hanno sbagliato e hanno ferito perché oggi nessuno può essere escluso dall’amore e dalla misericordia...

 

 infatti l’opposizione di Pietro sembra quasi esprimere la fatica ad accettare che la presenza del Messia sia legata  a segni fragili e semplici come degli uomini che hanno avuto parte con il Signore proprio perché  lui ha lavato loro i piedi...

Non si diventa preti perché si è più bravi, ma perché si è stati più perdonati, più amati...

 

 Dove ogni vescovo prete diacono è ”con tutti discepolo, per tutti servitore”.

Qui è bello ricordare il segno di Papa Paolo VI...

I piedi di Pietro fanno fatica ad accettare la acqua umile  del servizio, faranno fatica ad essere fedeli nel momento della prova, anche di fronte ad una piccola serva lamentosa...eppure alla fine saranno trafitti come quello del maestro.

 

I piedi di Pietro, il primo papa, sono importanti perché sono stati lavati dal Signore, così tutti i ministri ordinati vescovi, preti, diaconi pur nella loro fragilità, nello sporco che spesso nasconde i loro piedi, sono segno della presenza del Risorto Vivente che cammina con noi...

 

 Si rende presente Lui come Misericordioso attraverso il loro servizio, attraverso il loro lavare i piedi ...

 

E continua a voler essere nostro compagno di viaggio, con la sua parola, i suoi sacramenti, la sua testimonianza.

 

In una parola sola, con la sua Pasqua.

Il Don

don Alberto Cinghia