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Giocando un po’ con le parole potremmo dire che spesso la nostra tentazione è quella di tentare Dio; vorremmo metterlo alla prova; vorremmo chiedergli di darci segni della sua presenza o almeno indurlo a spiegarci il perché delle sue scelte.

Il Padre contraddicendo le aspettative di noi suoi figli non viene in soccorso al Figlio liberandolo dalla morte.

C’è di più: il Figlio stesso con libertà si consegna a noi uomini, non si sottrae alla prova, alla sua ora.

Nella visione luminosa di Giovanni, l’ora giunge non quando scatta un destino indecifrabile, cieco, ma quando Gesù decide di consegnarsi.

L’arresto è illuminante: è Gesù che si fa innanzi e si offre a coloro che altrimenti rimarrebbero tramortiti dal nome santo di Dio:

 IO SONO!

A svelare il mistero di Gesù, a svelare il volto di papà di Dio non è il fatto che egli scenda dalla croce, o che il Padre intervenga ma al contrario ... egli si consegna liberamente e per amore alla sua ora.

Liberamente: in una libertà interamente giocata non cercando il proprio utile, ma il bene degli altri.

Nell’amore: in un amore più forte dell’odio subito, in un amore capace di attraversare il buio senza rimanere soffocato al contrario rischiarandolo dall’interno.

”La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta”, dice Giovanni fin dall’inizio del suo evangelo.

Ecco il segreto di Gesù: il segreto di un amore che vince le tenebre dell’odio, del peccato, della morte proprio perché non si mette al riparo da esse, non scappa per fuggire alla loro presa.

Sembra subirle e le sconfigge: poiché le trasforma in luogo in cui l’amore di Dio decide di dimorare, di abitare…

Noi non conosciamo il segreto del Padre. Gesù lo conosce e ce lo svela. Nell’amore stesso in cui si consegna alla sua ora, non salvando se stesso per salvare tutti noi.

 

 

I piedi del Signore ora sono fermi. Rigidi. Inchiodati al legno.

Quei piedi che hanno percorso km sempre in ricerca, di ognuno … piedi che si sono fermati a Sicar, al pozzo con la Donna di Samaria, presso la piscina con il cieco che ora ci vede e a Betania per ritrovare Lazzaro, Marta e Maria, amici di sempre, con i quali camminare fino alla morte.

Tra pochi istanti  vivremo lo svelamento della croce: La verità cristiana è assumere la vita non dimenticanza. Una verità che si svela. A poco a poco... È una verità che mi rivolge un invito, senza imporsi. Mi invita dolcemente.

L’esperienza di vederla poco alla volta significa che non posso scoprirla se non mi impegno in una relazione con essa. La croce si coinvolge con me e io mi coinvolgo con essa.

Proclamata, essa viene verso di noi.

Accolta, si illumina.

Scoprendosi, mi porta allo scoperto.

Invitandomi, mi attira.

Nel momento in cui si svela, la croce non è più oggetto di legno,

Ma volto che mi chiama, mi parla, sguardo che mi invita a una comunione.

Perché è vero lo sguardo dell’altro sempre mi trasforma.

 

Tre le acclamazioni alla croce come tre saranno quelle per la luce del fuoco di Pasqua

E come tre sono gli alleluia della risurrezione: Tre sono i no di Pietro come tre saranno

i “ti amo, ti voglio bene”: Signore tu lo sai che ti voglio bene.

La croce non è fine a se stessa:

Signore, noi adoriamo la tua croce 

E glorifichiamo la tua santa risurrezione.

 

La croce ci fa passare dalla notte alla luce e ci impone una scelta sulla nostra libertà di uomini. Possiamo scegliere la morte o la vita. Un antecedente straordinario è nel Deuteronomio (30,19): “Sei dinanzi a una scelta: scegli la morte o scegli la vita”...

 

 (Marco al leggio)

 

Concludo, rischiando di commuovermi e di farvi commuovere: tenendo fisso lo sguardo sui piedi di Gesù e sui piedi di tanti nostri fratelli e sorelle perseguitati per la fede, voglio ricordare la scena più alta e drammatica di Silenzio di Martin Scorsese. Capolavoro assoluto.

 Narra come ben sapete delle persecuzioni ai cristiani cattolici del XVII sec. in Giappone.

I persecutori dopo aver ucciso migliaia di preti e cristiani, decisero di cambiare strategia e, pur continuando ad uccidere alcuni, capiscono che devono neutralizzare i preti, per recidere le radici sacramentali della Chiesa, non uccidendoli ma obbligando i preti all’abiura, al tradimento della fede: “Se tu abiuri non uccideremo più i chiristan”…

 

E così difronte alle resistenze del giovane Padre Rodriguez di fronte a cinque cristiani appesi sul pozzo, l’ormai ex padre Ferreira dice a padre Rodriguez:

 

Il prete dovrebbe agire a imitazione di Cristo…

Se Cristo fosse qui… se Cristo fosse qui avrebbe abiurato per salvarli… Dimostra che lo ami: salva la vita di coloro che Lui ama!

Ora tu compirai l’atto d’amore più doloroso che sia stato compiuto.

 

Mentre l’interprete dice:

 

E’ solo una formalità, è solo una formalità…

 

E poi Rodriguez si avvicina all’immagine del Cristo Sofferente che deve calpestare con i suoi piedi per abiurare e sente questa voce nel profondo del suo cuore:

 

“Vieni avanti adesso, va tutto bene, calpestami!

Comprendo il tuo dolore…

Sono nato in questo mondo per condividere il dolore degli uomini…

Ho portato questa croce per il vostro dolore;

la tua vita è con me adesso…

Calpesta!”

 

E dopo molti anni di fronte al servo Kijiro, quello che lo aveva tradito e venduto per 300 denari d’argento, che gli chiede la Assoluzione, lui pensa così, ormai sereno:

 

Signore, ho lottato contro il tuo silenzio.

Ma non sono mai stato silente… lo so!

Ma anche se tu sei stato in silenzio fino a questo giorno

 tutto ciò che io faccio ed ho fatto parla di te.

E’ stato nel silenzio che ho sentito la tua voce.

 

E’ stato nel silenzio che ho sentito la tua voce!