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L’IDENTITA’ DI GESU’, IL SUO ESSERE FIGLIO E  LA NOSTRA FIGLIOLANZA

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Il mistero del Natale ci dice in modo semplice che Gesù, la Parola che viene dall’alto, il Figlio del Padre, si fa bambino, assume la nostra umanità, cresce come un ragazzo in una famiglia, vive l’esperienza della religiosità e della legge. Come ogni uomo che viene al mondo anche Gesù domanda di essere accolto; accolto da una famiglia, accolto dai suoi, accolto da tutti noi:

 

Domanda: Mi sento accolto? Come sono capace di accogliere?

 

 

 

IL VALORE DELLA MEMORIA CUSTODISCE LA NOSTRA IDENTITÀ DI FIGLI DI DIO E DI FIGLI "FORGIATI" DA UNA FAMIGLIA

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Nazareth è anche il luogo della memoria di Gesù: «Gesù, la Parola di Dio in persona, si è immerso nella nostra umanità per trent'anni.

Dove ha imparato Gesù la sua sorprendente capacità di raccontare, immaginare, paragonare, pregare nella e con la vita? Non vengono forse dall'immersione di Gesù nella vita di Nazareth?

 

 

Domanda: Come sto vivendo le relazioni nel contesto della mia vita? Della famiglia, scuola, lavoro, cultura, …parrocchia?

 

 

 

DIO HA FATTO DI ME UNA MERAVIGLIA

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Vado ripensando alla mia vita e scopro che la mia origine fonda le sue radici nel disegno di Dio misericordioso. Riconosco che Dio ha «fatto di me una meraviglia stupenda» (Sal 139,14) e per questo la mia vita è un rendimento di grazie a Lui.

Riconosco che Lui si prende cura di me ?

 So ringraziare della mia vocazione?

 

 

 

 

 

SONO FIGLIO DI DIO

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Mi pongo costantemente la domanda sulla mia identità.

La mia vita e il mio posto nel mondo non dipendono solo da me

Faccio memoria del mio passato: quello familiare, quello religioso e quello sociale. ?

 

 

 

 

Credo che Gesù è il Signore della mia vita, colui che porta a compimento le attese più vere e dà speranza ai miei progetti. Coltivo la volontà di affidarmi a lui come al Maestro e alla guida del mio cammino. Riconosco che la sua venuta nella storia ha un respiro universale ed abbraccia ogni uomo e ogni popolo nel mondo

 

 

 

 

 

 

Natale :sguardo di Dio sull’umanità

 

L’IDENTITA’ DI GESU’, IL SUO ESSERE FIGLIO E  LA NOSTRA FIGLIOLANZA

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Il mistero del Natale ci dice in modo semplice che Gesù, la Parola che viene dall’alto, il Figlio del Padre, si fa bambino, assume la nostra umanità, cresce come un ragazzo in una famiglia, vive l’esperienza della religiosità e della legge. Come ogni uomo che viene al mondo anche Gesù domanda di essere accolto; accolto da una famiglia, accolto dai suoi, accolto da tutti noi:

 

Domanda: Mi sento accolto? Come sono capace di accogliere?

 

 

 

IL VALORE DELLA MEMORIA CUSTODISCE LA NOSTRA IDENTITÀ DI FIGLI DI DIO E DI FIGLI "FORGIATI" DA UNA FAMIGLIA

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Nazareth è anche il luogo della memoria di Gesù: «Gesù, la Parola di Dio in persona, si è immerso nella nostra umanità per trent'anni.

Dove ha imparato Gesù la sua sorprendente capacità di raccontare, immaginare, paragonare, pregare nella e con la vita? Non vengono forse dall'immersione di Gesù nella vita di Nazareth?

 

 

Domanda: Come sto vivendo le relazioni nel contesto della mia vita? Della famiglia, scuola, lavoro, cultura, …parrocchia?

 

 

 

DIO HA FATTO DI ME UNA MERAVIGLIA

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Vado ripensando alla mia vita e scopro che la mia origine fonda le sue radici nel disegno di Dio misericordioso. Riconosco che Dio ha «fatto di me una meraviglia stupenda» (Sal 139,14) e per questo la mia vita è un rendimento di grazie a Lui.

Riconosco che Lui si prende cura di me ?

 So ringraziare della mia vocazione?

 

 

 

 

 

SONO FIGLIO DI DIO

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Mi pongo costantemente la domanda sulla mia identità.

La mia vita e il mio posto nel mondo non dipendono solo da me

Faccio memoria del mio passato: quello familiare, quello religioso e quello sociale. ?

 

 

 

 

Credo che Gesù è il Signore della mia vita, colui che porta a compimento le attese più vere e dà speranza ai miei progetti. Coltivo la volontà di affidarmi a lui come al Maestro e alla guida del mio cammino. Riconosco che la sua venuta nella storia ha un respiro universale ed abbraccia ogni uomo e ogni popolo nel mondo

 

 

 

 

 

 

Il Don

don Alberto Cinghia